Decine di vocaboli proibiti nei test scolastici dal dipartimento dell'Istruzione dello Stato di New York per non 'offendere' determinati settori della società. Così non si possono citare i dinosauri per non far infuriare i creazionisti, né la musica rap perché volgare
dal nostro inviato 
ANGELO AQUARO
NEW YORK - Vietata la parola "dinosauro", che pure ai bambini piaceva tanto dai tempi dei cartoon degli Antenati. Il vecchio "Dino" rimanda all'idea di evoluzione, parlare di evoluzione fa infuriare i creazionisti e quindi non si può, tantopiù adesso che uno di loro, Rick Santorum, punta alla Casa Bianca. Vietata anche la parola "dancing": troppo ***y e licenziosa, meglio non fare balenare per la testa certe idee. E vietata perfino quella parola terribile, "compleanno": i Testimoni di Geova non lo festeggiano, vorrete mica urtare la sensibilità di qualche piccolo devoto. 
Benvenuti nella classe più politicamente corretta del mondo: dove la preoccupazione di non offendere nessuno sfiora, anzi decisamente sfora, i confini del ridicolo. Anche perché qui siamo a New York e le direttive sui nuovi test rischiano di gettare ulteriore discredito su una struttura scolastica già sconvolta dall'impreparazione degli insegnanti e dalle polemiche sul licenziamento.
La lista delle parole bandite è l'ultima follia. Anche perché - si chiedono gli esperti - se togliamo di mezzo le parole più controverse come faremo a testare la capacità d'apprendimento dei nostri ragazzi? Non si può usare la parola "povertà" perché rischia di mettere in imbarazzo l'alunno che si ritrova il papà disoccupato: condizione purtroppo comune all'8,3 per cento degli americani. 
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